venerdì 26 giugno 2009


Libero...

Per una sera.

Per un attimo.

Perché sono quì, perché non mi allontano.

Perché sono un piccolo uccello, un fringuello, una cinciallegra.

Ecco le nuvole... lì. Nuvole alte, viola, blù, rosse e nere e vestite di mille e mille colori.

Ed io libero, stò quì sulla ringhiera. Nuvole... stendo le ali, sorrido... libero. Il vento che porta le nuvole è la mia libertà.

Free as a Bird Pavely... mi senti? Guarda le nuvole. Ora... Toc toc... apri il vetro? Ti và? Pavély... guardiamo le nuvole, guardiamola questa tristezza.

E pensa: se guardi la tua tristezza, non sei con lei. E' distante. (Non ci avevi pensato eh?). La tristezza sono queste nuvole, la tristezza è questa distanza, la tristezza, dopotutto, è qualcosa che non potrai mai capire.

Però, in questa sera... sentiti libero come un uccellino. Come me. Io: la cinciallegra. Vieni. Free... Free as a bird... Ti và di volare? Ecco. ci hai mai pensato? E' possibile volare tra le nuvole. E' possibile volare nella tristezza. Così come faccio io ogni volta che vado in volo...

Ed è bello ed è emozionante... Pavély credimi: il cuore delle persone, di ogni persona, è una regione sconfinata... puoi incontrare torrenti e fiumi e oceani e mari... cieli, orizzonti, città... foreste e catene ininterrotte di monti... e ti fermi un attimo in volo e senti il profumo della neve... quella neve che ti frizza tutta in viso e ti fà sentire vivo. Il mondo dentro ognuno di noi è enorme e, rifletti, su questo: è mai successo che le nuvole occupassero tutta la terra?

Dico davvero... non è che parlo come uno stupido uccellino che viaggia da costa a costa. Dimmi: è mai successo che le nuvole occupassero tutta l'Europa, la regione che abiti? Oppure, è sempre rimasto un angolino (magari piccolino piccolino) di azzurro?Eheheh... sì. Ecco: quando sei depresso, quando le nuvole sommergono ogni piccola parte di azzurro nel tuo cuore, Pavély, tu pensa questo... rimarrà sempre un piccolo spazio di blù. Trovarlo magari è difficile, se piove, è logico, apri l'ombrello... pure... pure, (ecco), posalo.

Non scherzo: quando piove, posa l'ombrello. E bagnati. E riparati. E riparato alza la testa e accorgiti (ma è giusto dire "accorgiti..." push... scusa, mi stò incartando)... ti dicevo: accorgiti che la pioggia finisce. Te lo ripeto: la pioggia finisce. Capoccione che non sei altro: la pioggia finisce. E mi fà una rabbia quando io vengo a beccare quì e ti vedo tutto chiuso in casa.. ma lo sai? Dico davvero: lo sai che la pioggia finisce?

Perché, tontolone, alle volte mi viene il dubbio. Mi viene davvero il dubbio che tu non lo sappia, che tu non sappia che la pioggia finisce...

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